REVISIONE DELLA SANITÀ MILITARE

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è FOTO-ANTONIO-GENTILE.jpg
di Antonio Gentile

UNA FALSA PARTENZA

    Le premesse ci sono tutte per porre in essere una riorganizzazione della Sanità Militare ferma da troppo tempo al palo di una crisi di identità che l’ha fatta sprofondare in una condizione di arretratezza rispetto la moderna concezione di un sistema sanitario che dovrebbe essere in grado di rispondere in modo quantitativo e qualitativo ai bisogni assistenziali degli uomini e delle donne con le stellette.

Alla fine del 2018, Lo Stato Maggiore dell’Esercito (SME) ha emanato la direttiva “provvedimenti urgenti inerenti al personale della Sanità Militare dell’Esercito” allo scopo di illustrare linee guida per una revisione del Servizio Sanitario Militare  al fine di dare centralità al personale e rendere il comparto uno strumento più capace, costituito da professionisti sempre più motivati e altamente competenti, al passo con i tempi e in grado di ricoprire in futuro un ruolo di eccellenza anche nella società.

Dopo un anno di incontri e di tavole rotonde con l’impegno di “esperti” del settore, il Comando Logistico dell’Esercito (COMLOG) ha emanato all’inizio del 2020 le “linee guida per il funzionamento delle Infermerie Presidiarie” allo scopo di descrivere i criteri di base e tracciare le linee di indirizzo per lo sviluppo areale del supporto logistico sanitario dell’Esercito.

In pratica si riorganizza il sistema facendo assorbire alcune competenze come medicina legale, medicina del lavoro, specialistiche, ecc., a neonate Infermerie Presidiarie interregionali; mentre le Infermerie di Corpo, almeno nella parte sperimentale, preservano la organizzazione preesistente per assicurare il supporto sanitario. Si intende realizzare una riorganizzazione dei beni e dei servizi per una razionalizzazione delle risorse che risultano sempre più contratte e non al passo con i tempi. Il sistema di per sé dovrebbe apportare dei benefici per l’utente finale che è il cittadino con le stellette in quanto un sistema ben organizzato secondo il concetto di Spoke e di Hub, letteralmente mozzo e raggi, permetterebbe la gestione dei casi clinici, medico legali, medicina del lavoro e preventiva, secondo diversi livelli di trattamento, indirizzando i singoli bisogni assistenziali verso la struttura più idonea a trattare il caso. Una tale organizzazione deve prevedere dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), una rete tra le strutture interessate (infermeria di Corpo, Infermeria Presidiaria, COMLOG, SSN) e un Centro di coordinamento che interfacci ed indirizzi, soprattutto all’inizio, i percorso più attinente al caso. Affinché un sistema di questo tipi funzioni occorre il coinvolgimento dei professionisti che ci lavorano, la loro valorizzazione e il riconoscimento delle loro professionalità, perché in questo ambito gli attori che permettono la realizzazione degli obiettivi prefissati sono le figure intellettuali, in particolar modo infermieri e medici, che svolgono un lavoro autonomo e carico di responsabilità.

In questo primo tentativo di revisione del Sistema, come si evince dalle linee guida emanate da COMLOG, il coinvolgimento del personale infermieristico, a fronte di un aumento delle responsabilità soprattutto nelle Infermerie di Corpo, non solo non è avvenuto ma, in modo confusionario, anacronistico e approssimativo è stato riportato a compiti che ricordano il superato Mansionario infermieristico abrogato oramai da più di venti anni. Una falsa partenza che, si spera, riporti tutti alla linea iniziale.

BUONE INTENZIONI RIMASTE SULLA CARTA

A dire il vero  le premesse sia alla Direttiva di SME del 2018 che alle Linee guida COMLOG 2020 avevano fatto ben sperare in un cambio di passo, oltre che per l’auspicato  riconoscimento della professionalità degli Infermieri militari, per colmare i gaps organizzativi ed assistenziali rispetto la Sanità Pubblica in modo da garantire al cittadino con le stellette lo stesso Livello Essenziale di Assistenza garantito al cittadino civile. Probabilmente è mancata nei tavoli di discussione un vero esperto delle funzioni e delle competenze degli Infermieri oppure, ancora peggio, ancora una volta, non si è voluto tenerli in giusta considerazione.

A nulla sono valse le intenzioni di SME quando nelle premesse alla direttiva specifica di voler:

  • mantenere alte le capacità e la motivazione del personale sanitario;
  • garantire una elevata capacità nei Teatri Operativi, presso i Reparti operativi e nel settore ospedaliero;
  • valorizzare il personale. Dare centralità al capitale umano per rendere la Sanità Militare uno strumento capace, costituito da professionisti motivati e altamente competenti, al passo con i tempi e in grado di ricoprire un ruolo di eccellenza nell’Esercito italiano e nella società;
  • sovrapporre le competenze dei Sottufficiali infermieri con quelle del SSN. Necessità di prevedere, in particolare per gli ECDR, il mantenimento di capacità assistenziali in emergenza/urgenza, attraverso periodi di stage presso i PS; inoltre, necessità di curare l’aggiornamento continuo del personale laureato in tali ambiti.

Non sono bastate le buone intenzioni dichiarate nel preambolo delle Linee guida di COMLOG quando si afferma di voler  recepire le indicazioni di SME per valorizzare la Professione; e si ribadisce che:

  • la Sanità Militare vive una congiuntura in cui emerge la necessità di professionalità che possano far fronte sotto il profilo quantitativo e qualitativo agli impegnativi compiti assegnati;
  • si vuole adottare un modello “hub e spoke” teso a realizzare la massima sinergia di tutte le risorse sanitarie disponibili;
  • vi è l’intenzione di valorizzare la professione del Sottufficiale Infermiere quale elemento portante dell’organizzazione sanitaria;
  • si intende rafforzare le sinergie sul territorio nazionale con la Sanità Pubblica.

Date queste premesse, il personale interessato, denotando finalmente un’attenzione così esplicita nei propri confronti a così alto livello, ha iniziato a nutrire l’aspettativa di un vero cambiamento, di un’aria nuova che finalmente potesse pompare ossigeno nell’organizzazione di un organo così importante per la F. A.

In realtà tutte queste buone intenzioni sono rimaste tali. Quello che ne è scaturito, almeno per quel che riguarda l’Infermiere, è stato un elenco di “compiti” che nulla hanno a che vedere con l’elevato livello intellettuale e professionale che la figura riveste.

“COMPITI” ANACRONISTICI E INCONGRUENTI

Oltre le anacronistiche disposizioni, non si comprendono le evidenti incongruenze e le distinzioni fatte tra i “compiti” del Sottufficiale Infermiere presso le Infermerie Presidiarie e lo stesso professionista impiegato nelle Infermerie di Corpo come riportato nella tabella sottostante:

Compiti Sott.le Inf. Infermeria Presidiaria (SIIP) Compiti Sott.le Inf. Infermeria di Corpo (SIIC) Incongruenze tra i due impieghi Note correttive secondo il  profilo dell’Infermiere
Presta assistenza sanitaria durante le attività addestrative e le PEFO, in armonia con le sempre maggiori funzioni conferite al personale infermieristico anche in ambito del SSN Assicura  l’assistenza sanitaria durante le fasi addestrative, con particolare riferimento alle attività di tiro (in bianco e a fuoco) e alle PEFO Mentre al  SIIP occorre adeguarsi alle competenze prof.li previste a livello civile, alla rete emergenza 118 e ai PDTA regionali; ciò non è richiesto  al SIIC Il sott. Inf. è “responsabile” dell’assistenza sanitaria durante…
Collabora con l’Uff.le medico addetto per tutte le attività diagnostico-cliniche Collabora con l’Uff.le medico addetto per tutte le attività igienico – sanitarie   Il sott.le Inf. “partecipa” nello svolgimento delle proprie funzioni alle attività diagnostiche-cliniche e igienico sanitarie. Se proprio si vuole parlare di collaborazione, questa avviene nei due sensi infermiere-medico e medico-infermiere
Coadiuva gli Uff.li medici per il miglior andamento organizzativo e gestionale della struttura     Il sott.le Inf. “partecipa” nell’ottica del miglior andamento … Anche in questo caso i due ruoli si coadiuvano a vicenda
Cura il proprio aggiornamento professionale, in linea con quanto previsto dai programmi di ECM e dai nuovi profili  professionali delle professioni infermieristiche   Mentre il SIIP “cura” l’aggiornamento ed eventuali corsi/master integrativi, al SIIC questo è né necessario né indicato. L’aggiornamento ECM deve essere a carico dell’organizzazione e teso a formare in base alle esigenze di impiego. È stata stravolta l’intenzione di SME che dice “necessità di curare gli ECM…” riferita all’Organizzazione. La formazione integrativa (es. emergenza extraospedaliera) e le competenze avanzate acquisite tramite master o laurea specialistica devono essere agevolate come per i medici e  riconosciute dall’organizzazione. N.B.: Il Profilo è uno solo, quello del DM 739/94; probabilmente  qui si voleva intendere specialistica  
  Elabora le statistiche sanitarie del reparto e compila sotto stretto coordinamento dell’Infermeria Presidiaria, la richiesta di approvvigionamento di farmaci e materiali sanitari   Come Sott.le di Sanità, se deve elaborare le statistiche deve anche gestire la conservazione dei dati. È “responsabile” della farmacia e della richiesta di farmaci e materiali san. in coordinamento con … altrimenti se deve solo compilare chi dispone cosa richiedere? È chiaro che poi ci sarà un avvallo a monte.

Visti i mancati riconoscimenti fin qui perpretati, si rende necessarie ribadire ancora una volta il profilo dell’Infermiere il quale:

  • è riconosciuto per legge una professione intellettuale;
  • è l’operatore sanitario cui sono attribuite autonomia professionale, competenze e responsabilità (DM 739/94);
  • svolge  con autonomia professionale  le specifiche funzioni ed e’ articolato in conformità a quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006, n. 43.
  • è attribuita la diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni (COM, D. Lgs 66/10).

COMPETENZE E RESPONSABILITA’ DEL SOTTUFFICIALE INFERMIERE

Attribuire al Sottufficiale Infermiere anacronistici e riduttivi “compiti” vuol dire voler deliberatamente negare le reali funzioni che svolge e le elevate responsabilità che si assume quotidianamente nelle Infermerie e negli Ospedali in Italia e all’estero. Il risultato è che il personale interessato, sentendosi ulteriormente disconosciuto per quello che fa e per quello che rappresenta, aggrava il proprio senso di frustrazione  e di incomprensione nei confronti di una organizzazione sorda alle richieste che da troppo tempo le arrivano da più parti.

Sono tante le competenze e le responsabilità clinico – assistenziali e di coordinamento che il Sott.le Infermiere esercita affinché il complesso sistema di congiunzione delle attività militari e sanitarie possa garantire a tutti i soggetti civili e militari interni ed esterni all’Amministrazione i risultati attesi, nell’ottica di un miglioramento continuo.

Per quel che riguardano gli aspetti clinico – assistenziali l’Infermiere Militare:

  • è responsabile giuridicamente dell’assistenza generale infermieristica e ha l’onere, indipendentemente dalle direttive, circolari o ordini interni dell’organizzazione che non riconoscono la reale portata delle funzioni svolte, di rispondere penalmente, civilmente e disciplinarmente del proprio operato. Oltre alle norme e ai regolamenti militari, a differenza degli altri Sottufficiali, egli sottostà anche al Codice deontologico delle professioni infermieristico da cui dipende essendo obbligatoriamente iscritto al relativo Ordine professionale;
  • ha capacità operative vaste in quanto: l’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa, è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le sue principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati di tutte le età e l’educazione sanitaria;
  • partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività. È riconosciuto il ruolo del lavoro di equipe all’interno del quale l’infermiere riveste una funzione fondamentale essendo il professionisti più a contatto con l’utente militare (assistenza di aderenza). Continuare a non considerare tale professionalità determina demotivazione nel personale con perdita di chances di una assistenza di qualità; basti pensare al suo mancato coinvolgimento quale sentinella competente nella individuazione e nell’approccio al disagio mentale preambolo del grave fenomeno dei suicidi;
  • pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico. Resta inteso che tale attività può essere svolta sia individualmente sia in collaborazione con altri operatori sanitari, medico in primis;
  • per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera di personale di supporto; nel caso dell’ambigua figura dell’Operatore Logistico della Sanità, si fa carico e si assume la responsabilità del suo operato;
  • contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo e alla ricerca. Considerati i numerosi ambiti di impiego, deve provvedere ad acquisire e mantenere competenze in tema di: emergenza/urgenza, medicina di comunità e di management;
  • riveste il ruolo di Pubblico Ufficiale (PU) in Italia e all’estero nel momento in cui è il responsabile dell’assetto sanitario di emergenza di secondo livello (MSI) quando presta assistenza sanitaria territoriale nelle attività operative e addestrative e nella IV missione; egli infatti rappresenta la volontà della pubblica amministrazione avendo il riconoscimento  di precisi atti amministrativi a valenza sanitaria, configurando quindi il potere certificativo (scheda di intervento) ed autoritativo che connota i PU. Un ulteriore rilevante  aspetto che lo differenzia nella categoria dei Sottufficiali.

Alle competenze e responsabilità riferibili in quanto Infermiere, si aggiungono tutte le competenze e le responsabilità in quanto Sottufficiale di Sanità, infatti nelle Infermerie e nei Roles nei TO, soprattutto laddove non c’è il medico, egli è responsabile della:

  • documentazione clinica con gli aspetti medico legali che ne fanno parte;
  • inserimento, gestione, formazione e valutazione delle competenze del personale di supporto;
  • sicurezza sul lavoro;
  • gestione dei farmaci e dei presidi;
  • rischio infettivo;
  • prevenzione delle cadute e degli eventi avversi;
  • gestione del rischio (identificazione, analisi, trattamento e prevenzione del rischio) con l’analisi delle raccomandazioni e delle linee guida civili e militari;
  • gestione dei conflitti interni e dell’utenza;
  • gestione delle tecnologie sanitarie, della struttura e dei beni assegnati.
  • Insistono sulla figura del Sott.le Infermiere tutta una serie di responsabilità che, nell’ottica della gestione globale, sono finalizzate ad obiettivi di riduzione e contenimento della spesa e dello spreco attraverso la gestione integrata e trasversale di tutte le competenze come relazionato anche dalla Corte dei Conti nel 2019 nel rapporto che ha interessato il Servizio Sanitario Militare.
  • Occorre richiamare per effetto del suo posizionamento all’interno dell’organizzazione, anche la responsabilità proveniente dalla legge anti-corruzione, che indica i doveri di comportamento dei dipendenti delle PA e prevede che la loro violazione è fonte di responsabilità disciplinare secondo il DPR 16 aprile 2013, n. 62 o cosiddetto Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Tutte queste competenze e responsabilità giuridiche comportano elevati carichi di lavoro non esenti dal rischio di errori ed omissioni. Basti pensare quali e quante conseguenze civili e penali potrebbero verificarsi ad esempio: per un semplice errore di somministrazione di fiala di potassio conservata in maniera non separata e distinta da altri farmaci; per un errore nell’assistenza o nel trasporto, magari con ambulanza non a norma o con personale di supporto non adeguatamente formato di un paziente con patologia tempo dipendente dal territorio all’ospedale adatto a salvargli la vita;  per una carenza di attività tipo organizzativa come nel caso della gestione dei farmaci, inosservanza di linee guida (ministeriale, COMLOG, Ente di appartenenza, ecc.); mancata prevenzione evento avverso; carente formazione del personale e diffusione delle informazioni; contenzioso legale e danno economico.

Considerati tutti i rischi professionali a cui il Sott.le Infermiere è sottoposto nell’assolvimento delle sue funzioni istituzionali che sono insiti nel suo impiego da leggi e regolamenti dello Stato, non è un caso che sia obbligatoriamente tenuto a stipulare una copertura assicurativa. Anche questo un unicum all’interno della categoria Sottufficiali.

IL PASSO DEL GAMBERO DELLA SANITA’ MILITARE

Con i compiti individuati per i Sottufficiali Infermieri nelle linee guida emanate da COMLOG, il passo che si è fatto è stato quello del gambero. Si è ritornati indietro di cinquant’anni quando si è fatto un elenco di compiti ausiliari all’altezza del superato mansionario dell’infermiere (DPR 225/74). Gli “esperti” non sanno o non hanno voluto considerare che tale mansionario per compiti è stato abrogato con la Legge 42/1999 che ha determinato il passaggio della figura professionale dell’infermiere da “Professione ausiliaria” a “Professione sanitaria”.

Una ulteriore riprova dell’assenza di volontà di applicare le disposizioni contenute nel Codice dell’Ordinamento Militare (D. Lgs. 66/ 2010) che all’art. 212 riconosce al personale delle professioni sanitarie infermieristiche autonomia professionale, diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica  e delle connesse funzioni, in conformità a quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006, n. 43. Per non parlare della carenza di una vera formazione avanzata e di protocolli avanzati condivisi per il supporto e per il sostegno delle funzioni vitali nell’attività extraospedaliera nelle aree operative previsto all’articolo 213.

NECESSARIO UN ADEGUAMENTO ALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE

Dal 2010, anno di emanazione del COM, di  acqua sotto i ponti ne è passata tanta e ai vecchi ritardi se ne sono aggiunti altri ed ulteriori se ne sommeranno se non si pone fine alla disattenzione per la categoria. Mentre il legislatore ha adeguato la giurisprudenza nazionale ai nuovi bisogni di salute dei cittadini, al progresso scientifico e all’evoluzione delle professioni sanitarie, per i Sottufficiali Infermieri non vi è stato un corrispondente adeguamento dell’inquadramento, di un loro impiego che rispettasse la peculiare funzione ricoperta e di un riconoscimento del ruolo adeguato per le elevate competenze e le importanti responsabilità assunte.

Solo per citare le più importanti norme che hanno interessato la professione negli ultimi 10 anni si ricordano:

  • Legge 244/2017, conosciuta come legge Gelli, ha definito i concetti in tema di: sicurezza delle cure e della persona assistita, responsabilità professionale, obbligo di copertura assicurativa per gli operatori, ridefinizione della responsabilità civile e penale;
  • Legge 3/2018, conosciuta come legge Lorenzin, ha dato vita all’Ordine per le Professioni Infermieristiche la cui iscrizione è obbligatoria e a cui deve sottostare disciplinarmente anche il personale infermieristico militare;  
  • nuovo Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche 2019 a cui si rifà il professionista nell’assolvimento delle sue funzioni;
  • proposta del Ministero della Salute alle Regioni di uno sviluppo professionale dell’Infermiere con  l’istituzione di percorsi specialistici ed il riconoscimento delle esperienze; recepito nel CCNL comparto sanità del 2018; recepito da alcune regioni tra cui il Veneto con DR 1580/2019.

GLI INFERMIERI CON LE STELLETTE SONO PRONTI PER IL RILANCIO DELLA SANITA’ MILITARE

Il Sistema Sanitario Militare si sta finalmente interrogando sul proprio futuro e ha iniziato un timido tentativo di risollevarsi dalle proprie ceneri nel momento in cui il progresso scientifico, l’evoluzione delle professioni sanitarie, la presa di coscienza della società e degli utenti con le stellette, gli STANAG NATO sono diventati fattori imprescindibili per garantire un’assistenza al passo con i tempi.

Occorre decidere una volta per tutte quale strada si intende intraprendere. Se si vuole veramente che il “passo” che ci si accinge a fare sia di portata storica e si raggiunga l’obiettivo di aumentare i livelli di efficienza e di efficacia della organizzazione secondo la più moderna Sanità Pubblica; se si ha la reale intenzione di raggiungere alti livelli di qualità e di sicurezza dell’assistenza, di equità dei trattamenti, di alta specializzazione e di sostenibilità economica; occorre che gli Infermieri vengano coinvolti e valorizzati non solo a parole o nelle intenzioni ma nei fatti. Seve un loro coinvolgimento nei tavoli di discussione e di concertazione dove veri esperti che hanno a cuore la Professione e la Sanità Militare possano portare il proprio contributo per migliorare il sistema.

Gli Infermieri sono pronti a dare il loro fattivo aiuto; sono preparati a farlo e soprattutto sono motivati perché hanno le capacità e la volontà etica di partecipare alla rinascita di un comparto che deve garantire il diritto fondamentale alla salute. Essi sono disponibili ad assumersi le responsabilità necessarie, ad impegnarsi per superare le  criticità, le arretratezze, le resistenze proprie e di coloro che il sistema dovrebbe governare, perché in gioco c’è la necessità di garantire le migliori cure ai commilitoni che in Italia e soprattutto all’estero ad essi si rivolgono.

IL 2020 E’ L’ANNO DEGLI INFERMIERI

Il 2020 è l’anno degli Infermieri  considerati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “spina dorsale del Sistema Sanitario per la copertura sanitaria universale”. Sembra di intravedere gli Infermieri con le stellette quando la stessa Organizzazione afferma che  “sono le persone che dedicano la propria vita alla cura, a dare vaccinazioni salvavita e consigli sulla salute; a prendersi cura delle persone e in generale soddisfare i bisogni sanitari quotidiani essenziali. Spesso sono il primo ed unico punto di riferimento per la salute nella loro comunità. Il mondo – e si potrebbe aggiungere le FF. AA. – ha bisogno degli infermieri”.

Se non ora quando il riconoscimento dell’infungibilità della professione.

Se non ora quando il giusto impiego considerata l’attività assistenziale anche avanzata, la funzione di coordinamento e di organizzazione svolta con l’assunzione di importanti responsabilità connesse.

Se non ora quando lo stesso inquadramento nel ruolo dirigenziale dei colleghi degli altri Paesi dell’Alleanza con cui condividono l’attività assistenziale nelle Organizzazioni sanitarie multinazionali.

Se non ora quando l’agognata equiordinazione degli Infermieri del SSN come auspicato dallo stesso legislatore (Legge 124/2015, c.d. L. Madia).

Se non ora quando il loro coinvolgimento per risollevare le sorti di una Sanità Militare che, malgrado tutto, con lo spirito di sacrificio dei professionisti che la rappresentano e la supportano, garantiscono assistenza ai militari e ai civili nell’assolvimento delle quattro missioni delle FF. AA.. 

Lascia un commento