GLI INFERMIERI E IL PERSONALE SANITARIO MILITARE (TECNICI DI RADIOLOGIA, FISIOTERAPISTI, ECC.) NON SONO PARAMEDICI

Nel 2020 non è più ammesso commettere errori quando ci si riferisce agli INFERMIERI o alle altre PROFESSIONI SANITARIE MILITARI. Negli ultimi giorni, considerata anche l’attenzione mediatica per il comparto della Sanità militare impegnata su più fronti nella lotta alla pandemia, si è assistito a continui errori nel far riferimento all’infermiere da parte di vari interlocutori militari, per lo più Ufficiali superiori anche di sanità, che in occasione di interviste o di articoli pubblicati sulla carta stampata, li hanno definiti paramedici. Oltre a  questi episodi pubblici, si continua a commettere il medesimo errore  anche nelle direttive emanate a vario titolo dagli Stati Maggiori, dai vertici militari anche sanitari e finanche dagli Organi di rappresentanza che il personale delle FF. AA. dovrebbe conoscere bene.

Vale la pena soffermarsi una volta per tutte sul significato del termine “paramedico” perché non è più concepibile il suo utilizzo accostato in maniera decisamente errata alle professioni sanitarie né da parte del pubblico né tantomeno da parte di chi ha responsabilità organizzative per il fatto che appare immediatamente come un termine con un’accezione negativa, indicante un ruolo inferiore a quello del medico; e per il fatto che nella legislazione italiana tale figura NON ESISTE.

Probabilmente, coloro che fanno coincidere il paramedico con l’infermiere lo fanno per lo più per una rimembranza derivante da programmi TV o da film di stampo anglosassone; infatti, in alcuni paesi come il Regno Unito, l’Irlanda, gli U.S.A., ecc., tale figura esiste anche se è completamente diversa da quella dell’infermiere. A livello di formazione e incarico, il paramedico è un tecnico  che, a secondo del paese, con 700 – 1300 ore di corso viene impiegato nell’emergenza extraospedaliera. L’infermiere invece frequenta un corso di laurea in infermieristica che prevede oltre 4500 ore di corso teorico e pratico, che garantisce al dottore in infermieristica una preparazione a 360 gradi non relativa esclusivamente al campo dell’emergenza. E’ evidente come la formazione universitaria dell’infermiere, oltre alla possibilità di Master, Laurea Specialistica, Dottorato, obbligo al conseguimento dei crediti ECM per tutta la vita lavorativa e all’obbligatorietà dell’iscrizione all’Ordine professionale non possa essere confusa con la formazione del paramedico.

Per essere più comprensivi nel concetto  è utile analizzare la parola: il prefisso “para” nella lingua italiana ha un paio di accezioni:

  • deriva dal verbo parare: paracarro, paraspigolo, paraurti, paracadute, parabrezza, para fulmine, ecc.
  • deriva dal verbo sembrare o apparire: parafarmacia, paraolimpiade, parastatale, paramilitare, ecc.

L’Infermiere non “para qualcosa” né sembra o appare un medico: è un INFERMIERE!

È utile chiarire per coloro i quali ancora lo ignorano, che l’infermiere è il professionista sanitario che, in possesso del diploma di laurea abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica.

Farebbe bene quindi ogni cittadino, soprattutto chi occupa posti di comando, che si documentino minuziosamente sull’argomento e si informino  in maniera approfondita onde evitare anche il rischio di commettere gaffe nelle interviste o nella pubblicazione di articoli e di documenti. Oltre all’offesa arrecata al professionista per la mancata considerazione, si rischia di influenzare l’opinione pubblica più informata che, ascoltando le varie interviste mandate in onda sui principali telegiornali, in un momento in cui stanno arrivando nel Paese sanitari da più parte del mondo (Cina, Cuba, Romania, ecc.), corre il rischio di intendere che paramedici anglosassoni senza il necessario titolo professionale possano essere impiegati per assistere pazienti COVID – 19 ricoverati negli ospedali da campo dell’Esercito.

Confondere un infermiere con un paramedico è come confondere un giornalista con un giornalaio, oppure, per fare un esempio nel campo militare, un Sottufficiale paracadutista con l’addetto alla ripiegatura del paracadute, il Capo di Stato Maggiore della Difesa con il suo segretario, vale a dire due figure completamente diverse per ruolo e per funzione.

Per completezza di informazione è opportuno sottolineare che esiste un altro termine che fa letteralmente accapponare la pelle ai professionisti della sanità ed è l’aggettivo “professionale”. Il termine “professionale”, che ha contraddistinto per molti anni la professione infermieristica, viene definitivamente abrogato con la legge n. 42/1999 (sono ventuno anni), in questo modo scompare il carattere di ausiliarietà della professione e viene abrogato il “mansionario” quindi l’infermiere passa dalla natura tecnica (professionale) ad una intellettuale (professionista). Successivamente, se non bastasse, la legge n. 251/ 2000, manifesta in maniera esplicita il principio dell’autonomia delle varie professioni sanitarie, tra cui ovviamente quella infermieristica. Infine, per la normativa che interessa più da vicino la specificità militare, il Codice dell’Ordinamento Militare (D. Lgs. 66/2010, art. 212) stabilisce che il personale  delle  professioni  sanitarie  infermieristiche svolge  con autonomia professionale  le specifiche funzioni ed è articolato in conformita’ a quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006, n. 43 ; al   personale   infermieristico   e’   attribuita   la  diretta responsabilità e gestione delle attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni; nei casi di urgenza ed emergenza gli è riconosciuta la competenza specialistica di poter effettuare manovre anche avanzate per il sostegno delle funzioni vitali.

Di paramedico e di “professionale” nelle leggi che regolamentano la professione infermieristica non vi è traccia alcuna.

Occorre prestare maggiore attenzione a come vengono definiti gli infermieri militari in quanto rappresentano la professione sanitaria che da sempre si adopera con disciplina, onore e abnegazione ad assistere i cittadini con le stellette in Italia e all’estero nelle Missioni internazionali e tutti i cittadini italiani come nella tremenda crisi che si sta vivendo.

Quindi, in definitiva, come deve essere chiamato un’infermiere militare? Sicuramente non paramedico ma, nemmeno, infermiere professionale. Diciamo che possiamo riferirci a un infermiere chiamandolo con il titolo professionale (INFERMIERE) o con il titolo accademico (DOTTORE), nel caso specifico della Sanità militare si può utilizzare il ruolo e la professione (SOTTUFFICIALE INFERMIERE).

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