Le Professioni Sanitarie Militari chiedono ai rappresentanti politici il riconoscimento del rischio infettivo per i colleghi in prima linea contro il COVID-19 e la possibilità per coloro che non sono impiegati di mettersi a disposizione del Sistema Paese.

In questo periodo concitato in cui il Popolo italiano è impegnato nella lotta alla grave pandemia che sta interessando anche l’Italia, il Governo, il Parlamento e le istituzioni tutte si stanno prodigando per fronteggiare con tutte le risorse umane e materiali lo stravolgimento sociale che l’infezione sta provocando.

Come componenti dell’Unità delle Professioni Sanitarie delle Forze Armate e di Polizia istituita in seno alla storica Associazione Solidarietà Diritto e Progresso (AsSoDiPro), considerata l’ampia e variegata esperienza sviluppata nelle attività di assistenza sanitaria anche in situazioni estreme ed ostili acquisite in Italia e all’estero, al fine di rappresentare le prerogative degli appartenenti a tali professioni, si ritiene di dover intervenire nel merito delle iniziative che si stanno discutendo in questi giorni per contrastare la grave crisi in atto.

Considerata  la straordinaria necessità e  urgenza  di  contenere  gli effetti  negativi  che  l’emergenza   epidemiologica   COVID-19 sta producendo sul tessuto socio-economico nazionale, le proposte di intervento che ci si propone di indicare alla compagine governativa e ai rappresentanti del Parlamento che stanno discutendo in questi giorni le misure di potenziamento e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese in merito al D. L. 18/2020 sono  due:

  • il riconoscimento ai professionisti sanitari militari di una indennità per il rischio infettivo che si stanno assumendo per il loro impiego in prima linea;
  • la possibilità di dispiegare nell’ambito delle istituzioni di  protezione civile e di sicurezza gli infermieri, i medici e gli altri professionisti sanitari militari non impiegati dall’Amministrazione Difesa sul fronte  della lotta al COVID-19 e lasciati a casa nella posizione di “licenza straordinaria per temporanea dispensa dal servizio”.
  1. Indennità di rischio infettivo per le professioni sanitarie militari impiegate in prima linea.

Decine e decine di Professionisti sanitari militari sono stati inviati anche a centinaia di chilometri da casa per essere impiegati negli ospedali di Lodi, Alzano Lombardo, presso il Centro ospedaliero militare di Milano e di Roma, negli ospedali da campo di Piacenza e di Crema, nelle strutture ospedaliere, territoriali e nelle RSA di regioni come Lombardia, Veneto, Sardegna, Toscana, Sicilia e Marche per ridurre il carico di lavoro dei nosocomi civili delle regioni. Personale sanitario dell’Aereonautica militare sono impegnati nei trasporti in  biocontenimento di pazienti che vengono trasferiti in strutture ospedaliere nazionali ed europee. Circa 35mila operatori sanitari positivi al Covid-19 si sono ammalati per assistere e stare vicini ai pazienti affetti dall’infezione.

Considerato che regioni come la Toscana e l’Emilia Romagna in primis ed altre che stanno seguendo hanno previsto una indennità specifica per l’impiego del personale sanitario in prima linea nell’assistenza ai pazienti affetti da COVID-19.

Considerato che il personale sanitario militare non percepisce alcuna indennità per il rischio infettivo se non una cifra irrisoria (0,50 centesimi di Euro al giorno) di rischio biologico corrisposto tra l’altro non a tutti quelli che sono impiegati.

Si chiede una seria presa di posizione da parte del legislatore per risolvere la questione per via normativa. Nella discussione alla Camera del D. L. 18/2020 si ritiene debba essere presa in considerazione una indennità professionale “rischio infettivo specifico” per le Professioni sanitarie militari per la sua più ampia approvazione:

EMENDAMENTI TESTO cd. “Cura ITALIA”

Dopol’articolo, inserire il seguente:

«Art. 7-bis.

  1. A tutto il personale delle professioni infermieristiche e tecnico-sanitarie specificate nell’art.212, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, alla data del 31 marzo 2020 e fino al termine dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, è corrisposta una indennità di rischio infettivo specifico nella misura forfettaria di un importo giornaliero pari a euro 200, che non concorre alla formazione del reddito. Resta fermo il trattamento economico già in godimento a carico del Ministero della difesa.
  2. L’indennità’ specificata al comma 1., e’ attribuita alle professioni infermieristiche e tecnico-sanitarie impiegate presso ospedali nel territorio nazionale, Role 1, 2,3 e Field Hospital nei teatri operativi all’estero.
  3. In deroga all’articolo 894, comma 1, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, alle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative e tecnico-sanitarie, si applica il comma 1, articolo 210, dello stesso decreto legislativo.
  4. Agli oneri del comma 1., si provvede nel limite di euro 15.000.000 a valere sul  Fondo per  le emergenze nazionali di cui all’articolo  44,  comma  1,  del  decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1,  che a tal fine e’ incrementato pari importo.

2. Impiego delle professioni sanitarie militari e di polizia sul fronte COVID-19

Le Professioni sanitarie militari, oggi più che mai, si sentono di dover tener fede all’obbligo dettato dai due giuramenti fondamentali che hanno prestato di Fedeltà alla Repubblica Italiana e di difesa della Vita Umana.

Ci sono attualmente centinaia di infermieri, medici e altri operatori sanitari militari e di polizia a ordinamento militare che sono tenuti a casa in “licenza straordinaria per temporanea dispensa dal servizio” come provvedimento per il contenimento del contagio. Tali professionisti, considerato il loro status di militare, non possono partecipare ai bandi indetti dalla Protezione Civile, dalla Croce Rossa Italiana e da altre associazioni di volontariato, né tantomeno possono chiedere volontariamente di intervenire nei servizi del SSN dove ci sarebbe una enorme necessità di personale sanitario. La deontologia professionale li spinge a scendere in campo in questo momento di crisi che sta mettendo a dura prova il sistema Paese.

Come altro intervento legislativo, si chiede ai rappresentanti delle istituzioni che si stanno adoperando per fronteggiare l’emergenza di dare la possibilità a questi professionisti di intervenire per dare un aiuto al Sistema sanitario nazionale. Trattandosi di specialisti funzionali, il coinvolgimento in situazioni di questo genere è possibile per colmare vuoti organici di eccellenza, con un inquadramento equipollente ai colleghi civili, ma con lo stesso trattamento economico dei parigrado in servizio, senza ulteriori oneri a carico del Ministero della Difesa.

Un intervento legislativo a tal proposito potrebbe considerare la modalità utilizzata dal Ministero della Difesa per quel che riguarda la mobilità dei dipendenti civili ed in particolar modo la possibilità di “assegnazione temporanea presso altra amministrazione (titolo II capo II del CCNI 98/01)”:

1. Il dipendente, a domanda, può essere assegnato temporaneamente ad altra amministrazione anche di diverso comparto che ne faccia richiesta per utilizzarne le prestazioni (posizione di “comando”) nell’ambito della lotta al COVID-19.

2. Le assegnazioni temporanee di cui al comma 1 vengono disposte, con il consenso dell’interessato e con le procedure previste attualmente dai rispettivi ordinamenti.

3. Il personale assegnato temporaneamente in posizione di comando presso altra amministrazione, continua a coprire un posto nelle dotazioni organiche dell’amministrazione di appartenenza, che non può essere coperto per concorso o per qualsiasi altra forma di mobilità.

4. La posizione di comando cessa al termine previsto e non può superare la durata di 6 mesi rinnovabili una sola volta.

Si è certi che le Istituzioni della Repubblica italiana sapranno prestare la dovuta attenzione alle esigenze delle Professioni Sanitarie Militari e delle Forze di Polizia a ordinamento militare impegnati anche in questa estrema circostanza di lotta per la difesa della Vita umana e dei Valori che hanno consentito all’Italia di nascere, prosperare e dotarsi di Istituzioni libere e democratiche.

Lascia un commento